SOL4 SOL RE RE7 DO MI- RE RE7 Guido piano e ho qualcosa dentro il cuore SOL4 SOL RE RE7 che mistero non so neanche dove andare DO MI- RE RE7 e m'allontano anche se dovrei tornare SOL4 SOL RE RE7 lei mi aspetta si potrebbe preoccupare DO MI- RE RE7 ma c'e' tanto sole e mi accorgo che ne ho bisogno SOL4 SOL RE RE7 come un fiore e ho bisogno di stancarmi DO MI- RE RE7 e di camminare di sentire l'acqua e il vento SOL4 SOL RE RE7 e di respirare peccato che qui vicino non c'e' il mare DO MI- RE RE7 MI- DO RE SOL DO RE SOL4 SOL SOL4 SOL Guido piano che mistero dopo il ponte SOL4 SOL RE RE7 cambia il mondo viene voglia di cantare DO MI- RE RE7 questa sera te lo voglio raccontare SOL4 SOL RE RE7 son sereno come se fosse Natale DO MI- RE RE7 e ho tanta voglia di sdraiarmi su questa terra SOL4 SOL RE RE7 così calda di dormire e di sognare DO MI- RE RE7 che questo fiume lentamente mi porta fra i monti SOL4 SOL RE RE7 e le pianure e mi culla come un bambino fino al mare DO MI- RE RE7 MI- DO RE SOL DO RE SOL4 SOL Amore mio perche' ogni volta scappo via DO7+ RE SI- MI- e siamo cosi' lontani dai profumi e dalla vita LA- RE7 SOL SOL7 forse t'incontrero' dove comincia il mare DO7+ RE SI- MI- e quando mi svegliero saro' migliore. LA- RE7 SOL4 SOL RE RE7 DO MI- RE RE7 ** SOL4 SOL RE RE7 DO MI- RE RE7 SOL
I testi e gli accordi delle canzoni contenuti nel sito sono proprietà dei rispettivi autori.
La Legge n. 159 del 22 maggio 1993 ne consente l'uso solo per attività didattica, di studio e di ricerca.
Gli autori potranno richiederne la rimozione in qualsiasi momento.
L'intepretazione degli accordi è frutto di un mio lavoro individuale.
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La mia argentea capigliatura ha avuto modo di vivere una buona parte della storia della musica,
soprattutto se si considera i grandi cambiamenti che essa ha acquisito negli ultimi decenni. Da sempre gran parte dei testi delle canzoni si sono rifatti a stereotipi ben preconfezionati e molti anche molto gradevoli. Ogni tanto compare però un’eccellenza che, allontanandosi dagli stereoti-pi, evi¬denzia in poche parole grandi concetti che paiono accarezzare l’anima e/o l’intelletto di chi è all’ascolto.
Una di queste canzoni è GUIDO PIANO di Fabio Concato, pubblicata nel 1984.
La prima volta che l’ho sentita, ho subito avvertito un qualcosa che mi si era smosso dentro con le parole iniziali …. ho qualcosa dentro al cuore che mistero….
Qual è quel qualcosa che l’uomo si porta dentro al cuore?
A voler analizzare la cosa, si scivola subito nella vastità di tutto quello che può essere.
Tutti noi abbiamo in comune la necessità di trovare una risposta a due domande fondamentali: “Chi siamo?” e “Perché viviamo?”. Chiedersi perché esistiamo, sapere come sono stati creati l’universo, la terra e la vita non è un interesse occasionale ma atavico.
Le risposte a queste domande non sono contenute in nessuna enciclopedia.
Prima che venisse fuori una maniera di pensare chiamata filosofia (600 a.C. circa), erano le diver-se religioni a fornire le risposte a tutte quelle domande che gli uomini si ponevano. I filosofi greci cer¬carono di dimostrare agli uomini che queste interpretazioni dell’universo erano inattendibili. In questo modo la filosofia si rese indipendente dalla religione, cioè pensando in modo “scientifico”.
Le fonti storiche che ci sono pervenute descrivono Socrate (tra i più autorevoli dei filosofi) come un personaggio animato da una grande sete di verità e di sapere, che però sembravano continua-mente sfuggirgli. Egli diceva di essersi convinto così di non sapere, ma proprio per questo di esse-re più sapiente degli altri. Ed è proprio il “sapere di non sapere”, un’ignoranza intesa come consa-pe¬volezza di non conoscenza definitiva, che diventa però movente fondamentale del desiderio di conoscere. Conoscere soprattutto percependo qualcosa attraverso i sensi.
E qui in GUIDO PIANO si ritrova l’angoscia di non saper dove andare con il magone dentro al cuo-re, la ricerca di conoscere nuove emozioni sensoriali: sentire sulla pelle il calore del sole, l’acqua, il vento, il calore della terra. Insomma lo ricerca del … m’illumino d’immenso.
Leopardi, stando sul colle solitario a lui tanto caro, immaginava che dietro la siepe che gli offu-scava gran parte dell’orizzonte, vi fossero sterminati spazi con silenzi inconcepibili per l’uomo e con una profondissima quiete rassicurante. Qui c’è il ponte oltre il quale il mondo cambia e si è spinti ad andarci oltre perché ci si sente nel bel mezzo del nulla. Ti trovi in un punto dal quale non vedi niente e sei spinto a cercare qualcosa che stia oltre il ponte in un momento, non solo un luo-go, da cui non puoi tornare indietro.
Percezioni che non sempre nella coppia sono avvertite nella stessa maniera e così, mentre lui si fa cullare dal fiume che lentamente lo porterà sino al mare, lei ….. lo aspetta.
Una canzone che va abbondantemente oltre l’amore tra un uomo e una donna, in un’altra dimen-sione.
Come contraddirla, grazie per il commento, veramente belle parole per una canzone e un artista che personalmente stimo molto.